Coloriamo questi muri di merda

Questo blog, To wtite in freedom, vuole essere un blog di commento e analisi ad un altro blog (in sostanza è un meta-blog), ToWriteIsNotACrime di Alessandro Mancuso. Ho scelto di commentare questo blog perchè l'argomento trattato, il writing, mi sembra interessante e credo ci siano i margini per ampliarne i contenuti e spingersi su argomenti correlati, quali la libertà di scrivere in genere.
P.S. La frase soprastante campeggia su uno dei bei muri delle nostre maisonettes

lunedì 7 dicembre 2009

Sull'arte di scrivere i muri...

Che i graffiti o murales o come si voglia chiamarli siano arte o meno è un argomento che crea smpre una divisione abbastanza netta tra chi sostiene di si e chi sostiene di no. Dato che la mia posizione è quella di fare una distinzione tra "forma d'arte" e "vandalismo" e ritenere i graffiti una forma d'arte, vorrei parlare un po' di questo.
In particolare, la portata innotativa di ciò è il fatto che la graffiti art si differenzia dalle altre forme d'arte poichè non è vendibile nè esponibile in musei/gallerie. é un'arte dirompente che ha saputo e sa indirizzarsi direttamente verso il suo pubblico. E' un'arte libera che viaggia libera (chissà cosa penserebbe Benjamin dell'aura di un'opera che non sta mai ferma, dipinta sul fianco di un vagone ferroviario).
un'arte che si pone, quindi, in un rapporto di rottura con le convenzionali forme d'arte.
To Write in Freedom, quindi, è To Make Art in Freedom.

1 commento:

  1. Siamo daccordo sul fatto che il writing sia arte. Non condivido invece la tua posizione su "forma d'arte" e "vandalismo". Non credo che la differenza sia così netta specialmente perchè spesso essa è basata sul concetto di "autorizzazione". Un esempio: il lungomare del mio paese, Catanzaro Lido, è ormai un "lungomuro" che oscura la vista; i murales abusivi che vi si trovano non possono che migliorare la situazione

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