Coloriamo questi muri di merda

Questo blog, To wtite in freedom, vuole essere un blog di commento e analisi ad un altro blog (in sostanza è un meta-blog), ToWriteIsNotACrime di Alessandro Mancuso. Ho scelto di commentare questo blog perchè l'argomento trattato, il writing, mi sembra interessante e credo ci siano i margini per ampliarne i contenuti e spingersi su argomenti correlati, quali la libertà di scrivere in genere.
P.S. La frase soprastante campeggia su uno dei bei muri delle nostre maisonettes

sabato 12 dicembre 2009

Alle origini del writing2


La seconda guerra mondiale fu dunque il contesto in cui nacquero i primi graffiti: tra i soldati americani si diffuse l'abitudine di disegnare sui muri uno scarabocchio, con una scritta, Kilroy was here, e un disegno di un personaggio che spia da un muro; questo diventerà poi una vera e propria espressione della cultura popolare americana. La teoria più accreditata sostiene che questo slogan fu involontariamente inventato da un ispettore di cantieri navali, James J. Kilroy, che apponeva questa scritta sui rivetti che non avevano passato il suo controllo. Vista l'urgenza bellica, le navi venivano allora consegnate anche non completamente verniciate, quindi i marinai la trovavano scritta dappertutto. Migliaia di soldati potrebbero aver visto la scritta sulle navi da trasporto e la onnipresenza di Kilroy unita al mistero diffuse la leggenda. In seguito, i militari potrebbero aver cominciato a scrivere di loro iniziativa la scritta in altri posti, specialmente nelle aree appena catturate. Kilroy è stato il più popolare tra i graffiti del suo tipo dalla seconda guerra mondiale ai giorni nostri. Il periodo di maggior diffusione della moda finì negli anni cinquanta, ma tuttora le persone scrivono ovunque nel mondo lo scarabocchio Kilroy was here nelle scuole, nei treni e in altri posti simili.

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