Coloriamo questi muri di merda

Questo blog, To wtite in freedom, vuole essere un blog di commento e analisi ad un altro blog (in sostanza è un meta-blog), ToWriteIsNotACrime di Alessandro Mancuso. Ho scelto di commentare questo blog perchè l'argomento trattato, il writing, mi sembra interessante e credo ci siano i margini per ampliarne i contenuti e spingersi su argomenti correlati, quali la libertà di scrivere in genere.
P.S. La frase soprastante campeggia su uno dei bei muri delle nostre maisonettes

lunedì 14 dicembre 2009

Bansky e il suo stile dissacrante

L'artista inglese Bansky, nelle sue opere, prende elementi del Potere così come sono per dissacrarli, distruggerli tramite l'assurdità delle situazioni presentate.

Ne è un esempio l'opera che rappresenta una Guardia Inglese, simbolo dell'autorità e dell'austerità del Regno britannico, ritratta ad orinare al muro come i giovani a cui vengono fatte le multe per questo motivo.

Le forze armate sono uno degli obiettivi preferiti di Bansky; altro esempio di ciò è il graffito in cui è una piccola fanciulla a perquisire un militare con le spalle al muro, anche qui per ricordare e dissacrare, tramite il capovolgimento, un'altra tipica situazione spiacevole (e ricorrente) per i giovani di strada.

L'artista inglese, inoltre, si impegna nella denuncia dei grandi problemi come la guerra e l'inquinamento, aggiungendo una maschera o un'arma alle grandi opere da museo








domenica 13 dicembre 2009

Banksy

Se penso al writing, il primo artista che mi viene in mente è senza dubbio l'inglese Banksy, che da un pò di anni colora le città inglesi (ma non solo). Le sue sono opere d'arte di straordinaria bellezza, mi affascinano molto. Il suo stile ironico cerca di colpire e scandalizzare la società con i suoi falsi moralismi. Nonostante la sua notorietà, l'artista mantiene tuttora nascosta la sua reale identità.



Notevole il murales che raffigura Vincent e Jules, personaggi di "Pulp Fiction" con una banana nelle mani al posto di una pistola.


Questo è il suo sito ufficiale, dove sono raccolte tutte le sue opere: http://www.banksy.co.uk/

Scrivete ciò che (e dove) volete

Ecco una serie di murales divertenti...





Writing to feel free

sabato 12 dicembre 2009

Alle origini del writing2


La seconda guerra mondiale fu dunque il contesto in cui nacquero i primi graffiti: tra i soldati americani si diffuse l'abitudine di disegnare sui muri uno scarabocchio, con una scritta, Kilroy was here, e un disegno di un personaggio che spia da un muro; questo diventerà poi una vera e propria espressione della cultura popolare americana. La teoria più accreditata sostiene che questo slogan fu involontariamente inventato da un ispettore di cantieri navali, James J. Kilroy, che apponeva questa scritta sui rivetti che non avevano passato il suo controllo. Vista l'urgenza bellica, le navi venivano allora consegnate anche non completamente verniciate, quindi i marinai la trovavano scritta dappertutto. Migliaia di soldati potrebbero aver visto la scritta sulle navi da trasporto e la onnipresenza di Kilroy unita al mistero diffuse la leggenda. In seguito, i militari potrebbero aver cominciato a scrivere di loro iniziativa la scritta in altri posti, specialmente nelle aree appena catturate. Kilroy è stato il più popolare tra i graffiti del suo tipo dalla seconda guerra mondiale ai giorni nostri. Il periodo di maggior diffusione della moda finì negli anni cinquanta, ma tuttora le persone scrivono ovunque nel mondo lo scarabocchio Kilroy was here nelle scuole, nei treni e in altri posti simili.

Alle origini del writing

Uno dei primi esempi di writing propriamente detto fu quello di un soldato americano che, dopo il disatro nucleare di Hiroshima, trovandosi a vagare nella città, scrisse, su uno dei pochi muri ancora rimasti in piedi, una frase che sarebbe poi diventata uno slogan di pace e fratellanza:

NO MORE HIROSHIMA

venerdì 11 dicembre 2009

IL MURO

ECCO A VOI IL MURO DELLA MUSICA PER ECCELLENZA...


giovedì 10 dicembre 2009


I murales di DIego Rivera, dipinti per più di quarant'anni con una dedizione totale tanto da rimanere incollato sui ponteggi anche per giorni, mangiando e dormendoci sopra, raccontano delle vicende del suo popolo, dei peones, della loro schiavitù passando per le antiche civiltà avvalendosi di uno stile descrittivo-folkloristico, coniugando il vecchio e il nuovo.
I murales o writing, diversi sono i nomi dati a questo tipo di "arte", traggono origine proprio da pionieri come Diego Rivera.
La foto sulla destra è "La Creacion", la sua prima pittura murale nell'anfiteatro Bolivar della Escuela Nacional Preparatoria di Città del Messico.

martedì 8 dicembre 2009

Murales in diretta

Innanzi tutto vi linko una cosina: murales... e poi ecco a voi una cosa carinissima!!



Complimentissimi per il blog :)


lunedì 7 dicembre 2009

Sull'arte di scrivere i muri...

Che i graffiti o murales o come si voglia chiamarli siano arte o meno è un argomento che crea smpre una divisione abbastanza netta tra chi sostiene di si e chi sostiene di no. Dato che la mia posizione è quella di fare una distinzione tra "forma d'arte" e "vandalismo" e ritenere i graffiti una forma d'arte, vorrei parlare un po' di questo.
In particolare, la portata innotativa di ciò è il fatto che la graffiti art si differenzia dalle altre forme d'arte poichè non è vendibile nè esponibile in musei/gallerie. é un'arte dirompente che ha saputo e sa indirizzarsi direttamente verso il suo pubblico. E' un'arte libera che viaggia libera (chissà cosa penserebbe Benjamin dell'aura di un'opera che non sta mai ferma, dipinta sul fianco di un vagone ferroviario).
un'arte che si pone, quindi, in un rapporto di rottura con le convenzionali forme d'arte.
To Write in Freedom, quindi, è To Make Art in Freedom.

sabato 5 dicembre 2009

Il Muro di Lennon






Beh..io ci sono stata, e vi posso assicurare che fa veramente impressione.
Forse, non è poi un così bello spettacolo dal punto di vista estetico,c'è molta confusione e mescolanza di colori; ma quando sei là avverti una strana sensazione e ti senti carico di energia!
Sensazione di voler lasciare anche tu una, seppur piccola e insignificante, testimonianza di te!!! Ti
senti un
Freedom Writer

Qualche notizia su questo muro...

Il Muro di Lennon si trova a Praga. Originariamente esso era un semplice muro della città, ma improvvisamente a partire dagli anni ‘80 divenne un simbolo di pace e libertà per la popolazione, soprattutto i giovani che iniziarono a riempirlo con graffiti e disegni inspirati a John Lennon nonché con frasi tratte da canzoni dei Beatl. Il regime comunista allora al potere nel paese, ovviamente non gradiva la presenza del muro che era ben presto diventato un fondamentale punto di riferimeto dal punto di vista politico e sociale per i giovani di Praga che continuavano a riempirlo di frasi e disegni ai quali ben presto fecero compagnia quelli dei giovani provenienti da ogni parte del mondo che venendo a Praga si sentivano quasi obbligati a far visita al muro che era nel frattempo diventato anche una ricercata meta turistica. Il muro deve il suo nome al fatto che dopo la sua morte, John Lennon divenne un eroe pacifista per i giovani cechi e presto un suo ritratto fu dipinto sul muro assieme a parole delle sue canzoni. Nel 1988 il regime comunista guidato da Gustav Husak tentò di screditare il significato del muro e dei suoi estimatori, dapprima definendo "Lennoniani" i seguaci del movimento pacifista ceco ritenuti violenti, alcolisti, psicopatici e "paladini del capitalismo", nonché ridipingendolo numerose volte, provvedimento che si rivelò del tutto inutile poiché ogni volta che il muro veniva imbiancato, esso veniva prontamente ricoperto da nuove scritte e nuovi disegni. Oggi il muro rappresenta un simbolo universalmente riconosciuto di pace, amore e fratellanza. Il muro è di proprietà dei Cavalieri di Malta che permettono tutt'oggi che esso sia dipinto e scritto e si trova in Velkopřevorské náměstí (piazza del Gran Priorato) nella Mala Strana Città Piccola a Praga.

mercoledì 2 dicembre 2009

...e dei contenuti


L'argomento trattato nel blog che sto analizzando mi ha interessato molto perchè si tratta di una forma d'arte con cui ci troviamo a contatto quotidianamente, senza dover andare in alcun museo o galleria d'arte. In ToWriteIsNotACrime sono presenti solo due post che, per quanto siano ben fatti e ricchi di informazioni, non possono bastare a fornire un'analisi esauriente di un così vasto argomento, ragione questa che mi ha spinto ad ampliare questo lavoro. Il primo post ci dà delle notizie generali sul fenomeno del writing, dalla sua nascita allo sviluppo in tutto il mondo mentre nel secondo ci si sofferma in particolar modo su un artista: Bansky. Il problema principale di questo blog è stato che non è riuscito a sviluppare dibattiti, tanto che non sono presenti post di altri collaboratori e un solo commento.

le scelte grafiche...

Per cominciare, vorrei fare una breve analisi tecnica e delle scelte grafiche in genere prese dall'autore del blog ToWriteIsNotACrime. Il più grossolano errore è stato commesso proprio nell'indirizzo del blog, che ci ricorda il nome dell'autore ma non ci dice nulla rispetto agli argomenti presi in esame. Un' altra scelta se non altro discutibile riguarda il modo in cui è stato scritto il titolo; infatti per leggere le sei parole che lo compongono (scritte senza spazi e con caratteri di uguale forma e colore) occorre uno sforzo ulteriore rispetto a un semplice colpo d'occhio che dovrebbe invece garantire una comprensione immediata dell'intestazione. Appare invece buona l'integrazione di testo e immagini nei post, che non rende pesante la lettura; non avrei scelto uno sfondo nero, soprattutto per un blog dai contenuti così "colorati", comunque i caratteri chiari sono abbastanza leggibili. Positivo l'inserimento dei link, poteva rivelarsi una buona idea inserire un gadget sotto il titolo con una frase di Bansky, l'artista trattato, che troviamo più in basso nel post:“Alcuni vogliono rendere il mondo un posto migliore. Io voglio solo renderlo un posto più bello. Se non ti piace puoi sempre dipingerci sopra”.