Coloriamo questi muri di merda

Questo blog, To wtite in freedom, vuole essere un blog di commento e analisi ad un altro blog (in sostanza è un meta-blog), ToWriteIsNotACrime di Alessandro Mancuso. Ho scelto di commentare questo blog perchè l'argomento trattato, il writing, mi sembra interessante e credo ci siano i margini per ampliarne i contenuti e spingersi su argomenti correlati, quali la libertà di scrivere in genere.
P.S. La frase soprastante campeggia su uno dei bei muri delle nostre maisonettes

mercoledì 2 dicembre 2009

le scelte grafiche...

Per cominciare, vorrei fare una breve analisi tecnica e delle scelte grafiche in genere prese dall'autore del blog ToWriteIsNotACrime. Il più grossolano errore è stato commesso proprio nell'indirizzo del blog, che ci ricorda il nome dell'autore ma non ci dice nulla rispetto agli argomenti presi in esame. Un' altra scelta se non altro discutibile riguarda il modo in cui è stato scritto il titolo; infatti per leggere le sei parole che lo compongono (scritte senza spazi e con caratteri di uguale forma e colore) occorre uno sforzo ulteriore rispetto a un semplice colpo d'occhio che dovrebbe invece garantire una comprensione immediata dell'intestazione. Appare invece buona l'integrazione di testo e immagini nei post, che non rende pesante la lettura; non avrei scelto uno sfondo nero, soprattutto per un blog dai contenuti così "colorati", comunque i caratteri chiari sono abbastanza leggibili. Positivo l'inserimento dei link, poteva rivelarsi una buona idea inserire un gadget sotto il titolo con una frase di Bansky, l'artista trattato, che troviamo più in basso nel post:“Alcuni vogliono rendere il mondo un posto migliore. Io voglio solo renderlo un posto più bello. Se non ti piace puoi sempre dipingerci sopra”.

1 commento:

  1. Solo un piccolo suggerimento..anzi una richiesta!! Il link dell'altro blog.
    ps: l'argomento è molto bello...ti linko una cosa (naturalmente non potendo inserire link devi copiare e incollare):

    http://annamaria-shout.blogspot.com/2009/07/voleva-far-conoscere-i-suoi-urli-al.html

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